Esistono i vampiri ... Ma se parliamo di musica divento ancora più possibilista, perchè lì, di gente che assomiglia a un vampiro, ce n’è stata parecchia. David Bowie, per esempio, Peter Murphy, naturalmente. E Ian Curtis. Magro, bianco come una vampiro, appunto, i capelli corti appiccicati alla fronte da sudore e una semplice camicia a mezze maniche che lo fa sembrare ancora più esangue e più magro, più sofferente e malato. Ian Curtis canta attaccato al microfono, gli occhi chiusi. Canta nel buio, nella penombra polverosa di uno scantinato, tagliata dagli scorci di luce dei riflettori che la disegnano in chiari e scuri da film espressionista, in bianco e nero. Canta piano, Ian Curtis, come se sussurrasse, e così con gli occhi chiusi, pallido e magro, sembra davvero un vampiro… Soffre di una malattia, epilessia fotosensibile, che lo rende particolarmente esposto agli stimoli visivi, alle luci forti e intermittenti, per cui cerca di evitarli vivendo il più possibile nell’ombra. Ma è un vampiro diverso, appartiene a una diversa specie. E’ un vampiro malinconico. Uno che soffre per la sua condizione, che soffre per tutto. Non è cattivo Ian Curtis, è soltanto sensibile, troppo sensibile… Non sono temi allegri quelli che canta il vampiro Ian Curtis, e neanche la sua musica è allegra. E’ elettrica, arrabbiata, disperata, ma mai allegra. Anche se il gruppo con cui la fa ha un nome che ispira immediatamente felicità e simpatia. I Joy division, la Divisione della Gioia, ma nonostante il nome non è certo un gruppo da chiamare per matrimoni o feste da ballo. Joy Division vuol dire un’altra cosa: viene da un libro, scritto da un autore che si nasconde sotto il nome di Ka- tzetnik che sarebbe come venivano chiamati i deportati dei campi di sterminio nazisti. Il libro si chiama The House of Dolls e la Joy Division di cui parla è un gruppo di detenute ebree trattate come schiave sessuali in un lager… Così Ian il vampiro si mette assieme a tre amici che hanno appena visto un concerto dei Sex Pistols e sono rimasti folgorati dalla voglia di suonare che c’era in quegli anni. Niente tecnica, niente di niente, solo energia e passione. I tre amici cercano un cantante, mettono un annuncio sul giornale e si presenta questo ragazzo pallido come un morto, che scrive come un poeta. Inizialmente si chiamano Warsaw ma poi scoprono che è il nome di un’altra band e devono cambiarlo. Così a Ian viene in mente quel libro su un campo di concentramento, allora cambiano nome e si chiamano Joy Division. Sono diversi dal punk di quegli anni, nella loro musica c’è una dimensione più intima, rarefatta, più riflessiva e seria, più decadente. E più disperata. Ian scrive di disagio, alienazione, follia… I loro concerti sono performance intimiste, lontanissime dai gesti teatrali dei primi gruppi punk. Che succede ai vampiri? Vivono per sempre come non morti, nascosti tra la gente che non deve accorgersi di loro, non deve capire che non invecchiano mai, come Bowie. Oppure gli succede qualcosa di strano e scompaiono, polverizzandosi alla luce del sole. L’ultima volta che Ian il vampiro viene cisto dai fan dei Joy Division è il due maggio 1980, in un concerto all’università di Brixton. Suonano brani dell’ultimo album ‘closer’ e l’ultima canzone che Curtis canta è ‘Digital’. Quella è l’ultima volta che la gente può sentire la voce bassa e malinconica del vampiro. Il 18 maggio 1980, la casa di Ian Curtis a Macclesfield, vicino Manchester, è silenziosa, a parte uno strano rumore, un fruscio continuo e insistente. … E’ il rumore di un disco che gira sul piatto, sotto la puntina. E’ un album di Iggy Pop ‘the idiot’ che è finito e continua a girare, perchè nessuno l’ha tolto dal piatto. Avrebbe dovuto farlo Ian, che lo stava ascoltando, ma lui non può farlo, perchè mentre il disco suonava si è legato una corda attorno al collo, si è appeso all’attaccapanni della cucina e si è ucciso. Aveva 23 anni. Perchè si uccide? Perchè muore un vampiro? Ascoltando la sua musica viene da pensare che non poteva che finire così, e non perchè siano tristi o pessimiste - ad ascoltarle bene non sono nessuna delle due cose - ma perchè raccontano della sua sensibilità disperata che lo ha reso un soggetto a rischio, forte e fragile come un vampiro nel mondo intollerante e dominante dei viventi.
Chiudete gli occhi e lasciatevi andare...
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